Dal sapere al valore: il cantiere aperto della Certificazione

Roma, INAPP – Il Net Forum rilancia la sfida della certificazione delle competenze

Il 17 giugno, esperti e stakeholder si sono confrontati su strumenti, visioni e percorsi per dare vita a un sistema nazionale capace di accompagnare persone e imprese nella transizione. Prossimo appuntamento al 1° luglio per proseguire il confronto, sul Fondo Nuove Competenze.

La sede INAPP di Roma ha ospitato il 17 giugno un appuntamento del progetto Net Forum – il percorso di riflessione e proposta promosso da S3.Studium – che, dopo la tappa di Capri, si conferma come il principale laboratorio nazionale sulle politiche attive del lavoro.

Il tema al centro del confronto è stato quello della certificazione delle competenze, intesa non come un mero dispositivo tecnico, ma come architrave culturale e organizzativa su cui fondare un nuovo equilibrio tra apprendimento, lavoro e sviluppo. Un’esigenza resa ancora più urgente dall’accelerazione dei cambiamenti economici, tecnologici e sociali che investono il sistema produttivo e il mercato del lavoro.

Ad aprire i lavori, Natale Forlani, Presidente INAPP, ha offerto una lettura di lungo periodo sul rapporto tra formazione, innovazione e cambiamento. Citando Peter Drucker, Forlani ha tracciato l’evoluzione storica della relazione tra intelligenza e lavoro: dalla fase strumentale, all’organizzazione scientifica, fino alla stagione attuale in cui è l’intelligenza stessa a essere oggetto di trasformazione. In questo contesto, ha sottolineato, non si tratta solo di aggiornare strumenti, ma di ripensare la funzione stessa della formazione come ambiente generativo e inclusivo, capace di valorizzare anche le competenze informali e tacite.

Cristina Marino, in rappresentanza di AIF e con delega sui Fondi interprofessionali e gli enti di formazione, ha messo in luce il bisogno di costruire una “grammatica comune” tra i diversi attori: istituzioni, fondi interprofessionali, imprese, enti formativi. L’obiettivo non è omologare i linguaggi, ma rendere possibile la traduzione reciproca e la co-progettazione. In questa prospettiva, la certificazione delle competenze assume un valore politico e relazionale, diventando un ponte tra mondi che raramente dialogano: pubblico e privato, cittadinanza e sistema produttivo.

Carmine Ferrentino, Presidente AAIF, ha utilizzato l’immagine dell’albero con radici solide – tratta dal Libro Bianco che sarà presentato a Roma – per rappresentare un sistema che può reggere le tempeste del cambiamento solo se alimentato da relazioni significative e da una conoscenza profonda dei contesti. Ferrentino ha insistito sulla necessità di un approccio integrato, in cui la formazione sia una pratica sociale e trasformativa, capace di connettere le intelligenze naturali ai processi istituzionali.

Dal punto di vista delle imprese, Antonio Romeo (DINTEC – Ente Unioncamere) ha illustrato come, in assenza di profili pienamente corrispondenti, molte aziende stiano già sperimentando strategie di upskilling e reskilling interni, attraverso l’attivazione di academy e percorsi personalizzati. Le competenze digitali e green emergono come prioritarie, ma anche come aree di maggiore carenza.

Il confronto pratico tra visioni e strumenti

Tre gruppi di lavoro hanno poi articolato il confronto su altrettanti temi chiave:

  1. Valorizzazione delle specificità territoriali: coordinato da Raffaella Croce e con Carlo Parrinello nelle vesti di ambasciatore, ha messo in luce la necessità di connettere meglio analisi di contesto e progettazione, promuovendo bandi più attenti al livello locale e una maggiore responsabilizzazione degli attori regionali.

  2. Indicatori di impatto: guidato da Giuseppa Montalbano, ha proposto di superare la sola occupabilità come parametro, integrando anche la qualità del lavoro, l’innovazione e la capacità generativa sui territori.

  3. Strumenti e metodi: coordinato da Rita Porcelli e con l’intervento di Sandro Middei, di Saip, ha esplorato la possibilità di avviare un censimento nazionale delle competenze, partendo dai dati già disponibili presso agenzie e fondi. L’Atlante del Lavoro è stato proposto come hub semantico centrale per l’interoperabilità tra sistemi.

Il punto di vista dei fondi: verso un linguaggio condiviso

Ad aprire il pomeriggio, gli interventi di Lucia Scarpitti (Associazione Officina delle Competenze) che ha sottolineato l’importanza riconoscere e valorizzare l’apprendimento in tutte le sue forme, e Ugo Calvaruso (Innovazione e Apprendimento), che ha ribadito il bisogno di una certificazione che sia processo e non uno strumento.

La parola è passata ai Fondi Interprofessionali, protagonisti di una sessione densa di contributi, riflessioni e anche divergenze. A prendere la parola sono stati i rappresentanti di Fondo For.Te., Fondimpresa, Fondir, For.Agri, Fon.Coop, Fondolavoro, coordinati da Davide Premutico, ricercatore INAPP.

Eleonora Pisicchio (Fondo For.Te.) ha aperto il confronto raccontando l’esperienza concreta del fondo, che da due anni e mezzo ha introdotto un proprio sistema di certificazione delle competenze ispirato al modello Dintec. Un approccio coraggioso, fondato sull’idea che anche le microcompetenze siano “impilabili” e quindi certificabili, come crediti da far valere nel tempo. Tuttavia, ha evidenziato la difficoltà di mappare correttamente le competenze in ingresso e ha lanciato un monito sul rischio che il formato digitale dell’attestazione si trasformi in un “lenzuolone” privo di sintesi e chiarezza.

Elvio Mauri (Fondimpresa) ha rilanciato il tema dal punto di vista macroeconomico, evocando il referendum sulla cittadinanza come metafora per interrogarsi sul futuro del sistema Paese. Con un mercato del lavoro che diventa globale e un’Italia sempre più anziana, la certificazione deve diventare linguaggio comune per permettere ai fondi – che gestiscono insieme circa 850 milioni di euro – di comunicare efficacemente con le imprese.

Dal dibattito è emerso anche un nodo critico: la tensione tra natura pubblica e competizione privata che ancora contraddistingue il funzionamento dei fondi. “Siamo nati come strumenti delle parti sociali, ma ci troviamo in una logica esasperata di competizione”, ha sottolineato ancora Pisicchio.

Davide Premutico, ricercatore INAPP ha posto una domanda strategica: “Se volessimo censire le competenze attualmente sviluppate dai fondi, quale strumento useremmo? E perché i Quadri unionali non sembrano sufficienti a questo scopo?”.

Distefano (For.Agri) ha sostenuto che, sebbene non si certifichino competenze in senso stretto, è necessario mettere in trasparenza gli apprendimenti e interpretare l’Atlante del Lavoro come guida evolutiva, da aggiornare costantemente per restare utile.

Gianfranco De Simone (Fon.Coop) ha sottolineato come gli strumenti – Atlante incluso – non possano rispondere a tutti gli obiettivi, ma siano comunque necessari per restituire un quadro condiviso delle competenze attivate, soprattutto in settori complessi come l’economia sociale.

Walter Lindo (Fondir) ha portato l’attenzione sull’utenza: “Stiamo progettando un sistema per rispondere a norme o ai bisogni delle persone?”. Ha ricordato che la certificazione ha valore solo se utile e aggiornata, e che richiede un investimento nella cultura della formazione da parte dei lavoratori stessi.

Infine, Carlo Parrinello (Fondolavoro) ha chiesto di superare le logiche corporative e autarchiche in favore di un modello realmente collaborativo e sistemico. “Serve una cabina di regia effettiva e condivisa, fondata sull’umiltà e sull’interesse generale”.

Il valore sociale del certificare

In chiusura, Andrea Simoncini ha richiamato l’urgenza di attribuire un autentico valore sociale al diritto all’apprendimento, superando la frammentazione di sistemi chiusi e autoreferenziali. “Un servizio pubblico – ha osservato – non è utile se non è leggibile e riconoscibile.”

Le sfide da affrontare riguardano innanzitutto l’aspetto culturale, con la necessità di rendere comprensibile e concreta l’utilità della certificazione; la governance dei processi, che deve essere fondata sulla collaborazione tra attori e non sulla competizione; infine, la dimensione infrastrutturale, per garantire basi solide e durature a un sistema che deve essere accessibile e stabile nel tempo.

Simone Cappelli, componente della Conferenza Stato-Regioni sul tema, ha condiviso la centralità della sfida culturale, sottolineando la necessità di attribuire pieno valore alla certificazione. Ha evidenziato l’importanza di costruire una rete stabile e collaborativa tra amministrazioni, soggetti privati e altri attori del sistema, per rendere concreta e condivisa l’attuazione di un modello nazionale efficace.

Antonello Calvaruso, Direttore Scientifico di S3.Studium e del progetto Net Forum, ha chiuso l’incontro rilanciando l’obiettivo di semplificare senza banalizzare, prendendo a esempio l’artista Constantin Brancusi. Per lo scultore, la pietra doveva restare essenziale, sbozzata, incompleta: la sua opera Il Bacio non rappresenta una sola forma d’amore, ma le contiene tutte, con due profili che si fondono in un’unica armonia. “La semplicità è una complessità risolta”, ha ricordato Calvaruso, invitando a leggere il Net Forum proprio in questa chiave: come uno spazio generativo in cui affrontare la complessità del presente senza rinunciare alla sintesi.

Citando Enzo Spaltro, ha concluso evocando il concetto di Bellessere: la capacità di stare bene nel qui e ora, coltivando insieme la speranza concreta di un futuro migliore.

Grazie alla moderatrice Concita De Luca, giornalista del progetto Net Forum, abbiamo cucito tutte le parole chiave raccolte e richieste, unite in un’unica frase:

Il Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze ha bisogno di quella responsabilità collettiva che si traduce nel fare e che richiede una costante connessione alle opportunità, per dare valore alla consapevolezza. Abbiamo bisogno di fiducia per saper vivere di inclusione, consapevoli che la valutazione ha bisogno di quell’intelligenza del fare propedeutica nel creare rete, ma solo con semplicità.

Prossimo appuntamento: martedì 1° luglio

Il percorso del Net Forum prosegue. Il prossimo incontro è fissato per lunedì 1° luglio H 14:00, sempre a Roma, con l’obiettivo di consolidare le proposte emerse e avviare una riflessione condivisa su modelli operativi e scenari futuri del Fondo Nuove Competenze IV edizione.

Iscriviti e partecipa all’evento del 1° luglio H 14:00, a Roma – Presso Sviluppo Lavoro Italia

vai sul sito di s3.studium

 

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