L’intervista a Mastrovincenzo. Confronto su formazione e futuro

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Apprendimenti Futuri – Ripensare la formazione del futuro nel segno della flessibilità

Tratto da Speciale Inserto Digitale e Formazione Techne – Progettare il Futuro A cura di Roberta Bruno e Ugo Calvaruso da Il Quotidiano del Sud

Come Mastrovincenzo immagina la formazione del futuro?

 

L’intervista a Stefano Mastrovincenzo sulla formazione del futuro.

La Formazione e l’istruzione sono elementi di una catena fondamentale chiamata ad uno sforzo: da un lato creatività e adattamento, dall’altro decisori pubblici designati ad investire sulla rete sociale ed educativa [S. Mastrovincenzo]

Formazione, istruzione e lavoro: luci e ombre gettate dal covid

Stefano Mastrovincenzo si esprime sul tema della formazione del futuro. Per il presidente di IAL nazionale la formazione si deve interrogare sugli eventi che si sono succeduti in questo periodo. Il Covid ha enfatizzato e accentuato elementi di sofferenza ovunque, ma nel nostro Paese in maniera particolare.

«Nel sistema economico nazionale ci sono evidenti criticità: l’aumento delle disuguaglianze, il disagio economico e sociale, lo squilibrio nel lavoro a svantaggio delle fasce più deboli, come donne e giovani. Questi sono tutti fenomeni preesistenti, che in quest’anno di pandemia si sono ingranditi, portando in luce aspetti che non si possono non considerare».

«Il Covid, da un lato, ci ha reso evidente un tessuto economico-sociale deteriorato, accentuato soprattutto da grandi disuguaglianze in termini di reddito e di luoghi di vita e di disparità di accesso alle risorse educative, dall’altro, ha accelerato alcune tendenze positive ineluttabili, come la digitalizzazione, lo sviluppo sostenibile, la sensibilità ambientale e la rivalutazione della “cura”».

CURA

AMBIENTE

DIGITALE

Cura, ambiente e digitale sono per Mastrovincenzo le parole chiave per la formazione del futuro. Nonché le tre dimensioni in cui sono emerse le disuguaglianze.

 

Stefano Mastrovincenzo Presidente IAL-Nazionale
Stefano Mastrovincenzo Presidente IAL-Nazionale

BIOGRAFIA DI MASTROVINCENZO

Di origine marchigiana, Stefano Mastrovincenzo è oggi amministratore unico di IAL Nazionale. La più grande rete nel campo della formazione professionale e continua operante in Italia. Laureato in scienze geologiche con il massimo dei voti presso l’Università di Camerino, dove ha collaborato ad attività di ricerca. Nonostante già impiegato in un’impresa, sceglie presto l’impegno sociale nel sindacato. Per diversi anni opera nella Federazione dei Lavoratori Tessili-Calzaturieri. Successivamente passa al livello Confederale, dove ricopre il ruolo di Segretario CISL Ancona. Dal 2008 al 2016, ricopre il ruolo di Segretario Generale CISL Marche. Ha frequentato il Master in Gestalt Counseling

Integrato, presso la SIPGI, scuola riconosciuta dal Coordinamento Nazionale Counselor Professionisti. Ha svolto anche numerosi Corsi per dirigenti e per contrattualisti presso il Centro Studi CISL di Firenze. A gennaio 2017 è stato nominato Amministratore unico di IAL Nazionale. E’ presente in vari organi amministrativi di imprese sociali IAL in FVG, Veneto, Piemonte, Puglia, oltre che di IAL CISL Germania. E’ stato relatore e docente in numerose attività formative, nonché in seminari, e convegni sui diversi temi, quali: lavoro, sviluppo locale e formazione. Ha svolto per diversi anni attività di associazionismo e volontariato in Agesci, Caritas, e Pubbliche Assistenze.

Formazione ed educazione come unica filiera

«L’educazione va letta in termini complessivi e unitari.

Spesso questo non accade: si segmenta e si disperde l’idea complessiva di formazione come filiera».

I Sistemi produttivi e la formazione del futuro

Secondo Stefano Mastrovincenzo i sistemi produttivi non potranno fare a meno della formazione del futuro: «le imprese che hanno avuto un atteggiamento più “predatorio” sul mercato sono in svantaggio rispetto a quelle più avvedute, che hanno creato un sistema e tutelato l’intera filiera. Anche in questo campo, il covid ha gettato luci e ombre sulle linee direttrici da seguire anche nei prossimi mesi».

Dall’educazione dell’obbligo fino alla formazione per gli adulti. La formazione è un sistema che interagisce

«Quest’anno si è persa l’occasione di mettere a frutto il periodo di cassa integrazione per far crescere il livello delle competenze digitali.

Da Aprile 2020 fino ad oggi, milioni di persone sono state in cassa integrazione. Dopo il primo periodo di “sorpresa” e di gestione dell’emergenza, si poteva investire al meglio il tempo sospeso al fine di supportare i lavoratori e i cittadini in una nuova fase.

Non solo un’occasione per trasformare l’assistenza pubblica, ma una possibilità concreta di crescita personale e di livello».

La speranza di tornare alla normalità, che ha unito nel sentimento l’Italia, poiché colpita da uno stesso male, non ha avuto poi uno sviluppo in positivo. Ma è rimasta un’attesa inevasa.

Perseverare nell’idea di poter tornare il prima possibile alla normalità, per Stefano Mastrovincenzo, è stato un errore: «Questo atteggiamento non ha permesso di mettere in nuce i semi di una discontinuità che andava concepita ed affrontata.

Ne sono prova tutti i provvedimenti presi in emergenza e reiterati di tre mesi in tre mesi, che non hanno consentito la pianificazione di investimenti mirati da capitalizzare»

Per Stefano Mastrovincenzo la formazione del futuro sarà un elemento fondamentale nel passaggio dalla politica del sussidio alla politica attiva..

I dati Eurostat dicono che l’Italia è uno dei paesi con competenze digitali più arretrate

 

 

Apprendimenti futuri- formazione - intervista Mastrovincenzo

La formazione

filiera fondamentale per lo sviluppo

 

«La formazione, sotto questo profilo, è già un elemento di attivazione. Non manca la disponibilità delle persone e dei lavoratori di mettersi in gioco. La formazione continua nel nostro paese gode di una percentuale piuttosto bassa (7-8%) e questo deriva da diversi motivi.

Innanzitutto,

  • da uno scarso investimento delle imprese: l’Italia è costituita da una macro rete di piccole e medie imprese, in molte regioni addirittura non esistono imprese sopra le poche decine di occupati. Questo significa che: la cultura della formazione non è così diffusa, soprattutto nelle imprese molto piccole e con pochi dipendenti.

Un Secondo elemento,

  • invece, riguarda i fondi inter-professionali e bilaterali per la formazione continua: Tali fondi per la formazione che sono stati previsti per legge e sono stati fondati dalle parti sociali, hanno visto in quest’ultimi anni un prelievo forzoso da parte dello Stato. Quindi una parte di quello 0.30, preso dai lavoratori e restituito al Fondo inter-professionale a cui l’azienda ha aderito per svolgere la formazione continua volta a qualificarlo, viene prelevata dallo Stato per altri scopi. In sostanza: vengono tolte alla formazione, che è già carente, risorse importanti. E questa è una contraddizione.

Ancora un altro esempio,

  • riguarda il recente Fondo per le Nuove Competenze, attuato per legge qualche mese fa: Questo Fondo ha rappresentato sicuramente un’intuizione, nonostante alcuni limiti oggettivi nella realizzazione, per fare formazione alle imprese e per qualificare i dipendenti tramite accordo sindacale, dunque anche con l’accordo dei lavoratori. Insomma, sotto certi aspetti ci sono criteri e input positivi per la formazione, ma allo stesso tempo si continua col prelievo di risorse dai fondi inter-professionali: si crea dunque un nuovo strumento, ma quelli che ci sono già vengono in qualche modo depauperati. Dunque: questo è uno strabismo che non permette di avere una visione sistemica e d’insieme sul tema della qualificazione continua e delle competenze. La quale, invece, permetterebbe, da un lato, di ricucire la formazione con le politiche attive del lavoro (nel caso delle persone che perdono il lavoro o che si trovano in una situazione di transizione lavorativa), e dall’altro di favorire la crescita delle competenze anche dentro le imprese».

Gli strumenti possono essere tanti:

Il bonus fiscale per la formazione che è stato reiterato legge di bilancio, i fondi inter-professionali e le risorse delle imprese, nuove risorse come il Fondo delle nuove competenze, risorse delle Regioni e del Fondo Sociale. Ma per valorizzare e per orientarsi tra i vari strumenti, secondo il Presidente Mastrovincenzo, bisognerebbe avere una visione sistemica e d’insieme, in modo da evitare sovrapposizioni, sprechi e scarso utilizzo di risorse.

Per Mastrovincenzo la formazione del futuro, soprattutto quella continua, oggi va vista in termini di tutela. «Nel mondo Cisl diciamo che è il nuovo articolo 18, cioè è uno strumento di protezione per il lavoratore, soprattutto nell’incertezza e nella complessità attuale. Di fatto, oggi, l’apprendimento permanente è una tutela per il lavoratore: non è detto, infatti, che quest’ultimo sarà legato allo stesso posto di lavoro per sempre».

«L’aggiornamento delle competenze è uno sviluppo costante. Questa è una forma di tutela per il lavoratore nella propria impresa quanto nel mercato del lavoro, nonché per l’impresa stessa. I grandi investimenti in tecnologie, in marketing o nei processi di lavoro, infatti, rischiano di rimanere vani se, contemporaneamente, non si investe sulle competenze dei lavoratori».

In che modo la formazione può guidare il cambiamento?

«Credo che ci siano alcune precondizioni. La prima delle quali è che venga visto come centrale l’investimento sulla persona», afferma Mastrovincenzo.

La formazione in questo ha infatti diverse potenzialità e funzionalità intrinseche. Fare formazione, e dunque essere formati, significa infatti: livellare le disuguaglianze, aprire alle pari opportunità alle persone e ai lavoratori, nonché migliorare la competitività e la qualità del sistema in cui si decide di investire.

«Non sempre le persone vengono messe al centro di un sistema. Soprattutto dove si punta solo alla capacità produttiva e alla competitività. Oggi bisogna mettere al centro la persona, il lavoro e l’ambiente. Pertanto, investire sulla formazione e sulla cura delle persone è fondamentale.

Rimane una domanda, ossia: quanto davvero vogliamo investire sul tema della cura delle persone attraverso l’educazione. Credo sia questa la chiave. Da un lato, investire sulle persone e sui sistemi formativi che li sostengono, dall’altro, guardare al sistema di formazione e di istruzione come una filiera. Tale filiera, appunto, non finisce con l’esaurimento della scuola dell’obbligo o con il sistema universitario, ma contempla anche lo svilupppo nel mercato del lavoro».

La formazione del futuro, intesa come investimento sulle persone, è dunque da un lato la nuova tutela nel mercato del lavoro, dall’altro lato rappresenta, però, la crescita dei giovani in una filiera di cura educativa e formativa. Lo Stato deve vedere tale filiera come essenziale. Solo a quel punto, la logica delle sussidiarietà può essere mutata in una logica di competitività.

I Neet, problema del sistema sociale e produttivo nazionale

«Oggi, avere una quota di Neet di circa due milioni di ragazzi è un problema sia loro, in termini di disuguaglianza e di emarginazione sociale, e sia per il sistema, in termini di competitività e di produttività. Poiché potrebbero essere utilizzare al meglio le risorse più giovani.

Mi chiedo: una quota del Next Generation Eu può essere investita per recuperare i giovani che hanno diplomi “deboli” per il mercato del lavoro, o sono NEET?

Ci sono delle misure da mettere in campo e da presentare ai ministeri competenti

1) Fare un investimento forte sull’istruzione e sulla formazione.

La formazione e l’istruzione, infatti, rispondono ai problemi professionali. Esempio ne sono le imprese che non trovano sul mercato persone con competenze adatte a ricoprire ruoli.

2) Investire sul sistema terziario.

In Italia, c’è solamente uno 0.7-1% di giovani che frequenta gli ITS. Invece, in Germania e in Francia, i numeri sono molto più alti. Perciò, il ministero ha messo in campo forze per rafforzare la catena degli Its. Per creare apprendistati di qualità e recuperare i giovani che sono fuori dal sistema formativo.

Questi sono solo esempi di come si può leggere e declinare il sistema formativo come filiera. Con un’azione di cura delle persone, di abbassamento delle disuguaglianze e di utilità per il sistema produttivo e la produttività di tutto il paese»

Guarda l’intervento di Mastrovincenzo sulla formazione del futuro del 25 marzo in Apprendimenti Futuri

𝗔𝗣𝗣𝗥𝗘𝗡𝗗𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗜 𝗙𝗨𝗧𝗨𝗥𝗜. 𝗜𝗟 𝗖𝗢𝗡𝗙𝗥𝗢𝗡𝗧𝗢 𝗧𝗥𝗔 ENTI DI 𝗙𝗢𝗥𝗠𝗔ZIONE 𝐒𝐄𝐂𝐎𝐍𝐃𝐀 𝐏𝐀𝐑𝐓𝐄

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