Home » Saip, istruzione e formazione possono cambiare il mondo

Saip, istruzione e formazione possono cambiare il mondo

di Giulia Calvaruso
0 commenti

È ispirata a una celebre citazione di Nelson Mandela la strategia di Servizi di Aggiornamento e In/formazione Professionale. Nata nel 1989, la Saip opera nel Lazio e ha rapporti con oltre 1.500 imprese

Un organico di circa 45 unità, rapporti con oltre 1.500 imprese e oltre duecento consulenti: la Saip è presente in maniera diffusa in tutta la regione Lazio e individua il suo vero punto di forza nella capacità di saper promuovere e costituire reti per la formazione, con un occhio sempre attento alle fragilità e alla cooperazione tra molteplici attori territoriali e i destinatari della in/formazione intesa, quest’ultima, come una sorta di corresponsabilità formativa. Un rapporto trasparente tra committenti, utenti e beneficiari all’interno del quale vengono stabiliti i reciproci impegni.

Saip, che sta per Servizi di Aggiornamento e In/formazione Professionale, dal 1989 interpreta e gestisce, e qualche volta ha anticipato, i mutamenti profondi che il mercato del lavoro e il ruolo delle politiche attive hanno presentato e rappresentato. La lunga permanenza sul mercato e nel mercato è dunque il buon frutto di una organizzazione interna in grado di calibrare l’attenzione sul cambiamento della domanda e dell’offerta che arriva da imprese, lavoratori e dalla sana politica di non avere uno standard di azione predefinito, ma di mettere al centro le persone e le loro necessità. 

Una proposta capace di essere strumento per nuove e aggiornate competenze accompagnate dal «saper fare». La citazione di Nelson Mandela è un biglietto da visita che introduce la carta della qualità consultabile nella sezione formazione del sito: «L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo». È nelle corde di Saip agire in maniera innovativa nel settore della formazione, proponendo un nuovo modo di intenderla, concepirla e attivarla nei contesti sociali e produttivi ma anche all’interno di enti storici in procinto di ridisegnare la loro missione.

Sergio Nisi: «Occhio al socialee alle fragilità fisiche ed economiche»

«Nasco come formatore negli anni ’80 dando vita alla Saip dopo una precedente esperienza di lavoro come operatore sociale presso un Comune e una Asl dove ho maturato un approccio ai temi organizzativi e pedagogici». Sergio Nisi, nel raccontarsi e nel raccontare Saip, di cui è direttore, è un fiume in piena. Lo animano entusiasmo e competenza.

Come e quando nasce Saip?

«Con la mia compagna di vita e di lavoro abbiamo creato la Saip nel lontano 1989, orientando subito l’interesse verso i temi più innovativi della formazione, con nuovi punti di vista nella interpretazione della programmazione regionale e comunitaria. In quegli anni era grande il fervore sui temi della crescita professionale, l’informatica iniziava a prendere piede e apriva allo sviluppo di competenze innovative. Una svolta avviene con l’avvio dell’attività dei Fondi interprofessionali. Saip era un terreno fertile per la presenza capillare nei territori e per la capacità di proposta, rigorosa e competente».

Formazione e lavoro sono le vostre parole chiave: come sono declinate?

«Proponiamo una formazione non fine a se stessa ma strumento di espressione di una capacità, è per noi la bussola nella rilevazione dei fabbisogni e nella progettazione formativa. La formazione può agire da strumento di inclusione sociale e lavorativa. Pensiamo, ad esempio alle fragilità sociali, fisiche ed economiche – persone con disabilità, stranieri, ex detenuti – e a quale valore è in grado di esprimente un percorso formativo, complesso e articolato, che ricrea o crea condizioni di saperi, relazioni, lettura dei contesti e di senso di appartenenza a un insieme».

Cosa vuol dire per voi essere multisettoriali?

«Significa intervenire in tutte quelle occasioni in cui è possibile rilevare un interesse che consenta di esprimere il potenziale professionale di cui si dispone. Questa multisettorialità consente oggi di valorizzare al proprio interno, ma con evidenti ricadute sull’esterno, le tante esperienza maturate. Su Progetti Comunitari, prima Occupazione, Leonardo e Socrates, e poi Adapt siamo stati attivi in Italia e in Europa con l’evidenza che operare in molti settori, con molteplici beneficiari, con obiettivi diversificati tra di loro non solo è possibile ma diventa ricchezza vera e auspicio operativo».

Come sta evolvendo, secondo lei, il mercato del lavoro in Italia?

«I dati dicono che il mercato è vivace, con dinamiche positive e che segnalano livelli di occupazione alta. Siamo sicuri che sia così? Una lettura incrociata degli indicatori ci segnala una popolazione lavorativa di età avanzata (dato crescente), un’occupazione femminile che continua a essere tra le più basse del mondo occidentale, un preoccupante fenomeno di abbassamento dei livelli di istruzione, un divario dei tassi di occupazione tra Sud e Nord, una nuova cultura del lavoro che si sta espandendo nelle giovani generazioni. Il mercato del lavoro non può non risentire di questi fenomeni e esserne lo specchio fedele. Viceversa abbiamo la percezione che non vi sia una risposta seria e sistemica a queste criticità».

Le agenzie come Saip che ruolo giocano nel rapporto tra territori-imprese-occupabilità?

«Non c’è formazione senza contesto di riferimento, e più il contesto è ampio più la formazione assume valore e significato. È sufficiente pensare a come la formazione sia stata strumento strategico nei distretti industriali evoluti, come quello della ceramica di Sassuolo. O ancora, se Saip ha giocato un ruolo importante su alcune programmazioni come Garanzia Giovani o Gol, con risultati al di sopra della media, è perché ha interpretato il proprio ruolo di agenzia formativa e del lavoro portando l’offerta di servizi dove e a chi abitualmente non giungono: aree interne e periferiche, giovani drop out e giovani fuoriusciti dai percorsi scolastici, popolazione adulta disoccupata».

Potrebbe piacerti anche

Lascia un Commento

NEXT

La rivista quadrimestrale fondata dal sociologo De Masi è diventata la voce dell’Ecosistema del Lavoro e della Formazione, per diffondere pratiche organizzative, approfondire temi di interesse sociale, economico, culturale e costruire il futuro dell’innovazione con i metodi e i paradigmi di S3.Studium.

Ultimi articoli

Newsletter

Rimani aggiornato sulle notizie e le opportunità dell’Ecosistema del Lavoro e della Formazione.
Iscriviti alla Newsletter mensile.
I campi sono tutti obbligatori.

    Are you sure want to unlock this post?
    Unlock left : 0
    Are you sure want to cancel subscription?
    Rivista online su innovazione, tecnologia e formazione
    -
    00:00
    00:00
    Update Required Flash plugin
    -
    00:00
    00:00