L’intervista a Immacolata Stizzo. Confronto su formazione e futuro

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Apprendimenti Futuri
Come erotizzare la formazione del futuro


Tratto da Speciale Inserto Digitale e Formazione
Techne – Progettare il Futuro
A cura di Roberta Bruno e Ugo Calvaruso
da Il Quotidiano del Sud

Come Immacolata Stizzo immagina la formazione del futuro?

L’intervista a Immacolata Stizzo Direttore del Centro Studi Formazione e Lavoro sulla formazione del futuro.

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Immacolata Stizzo – Direttore del Centro Studi e Formazione

Per l’evento “Apprendimenti Futuri. Confronto con gli Enti di Formazione”, è stata intervistata Immacolata Stizzo del Centro Studi e Formazione, sul tema della formazione del futuro.

Immacolata Stizzo, si esprime sulla formazione del futuro

Attraverso il Centro Studi approfondisce le ricerche relative al settore della formazione, nonché sui processi di innovazione e sulle iniziative di accompagnamento al lavoro. La sua passione per la formazione, l’apprendimento e la scrittura l’hanno portata a specializzarsi nella progettazione in ambito formativo e sociale, a sviluppare le competenze editoriali e a svolgere docenze formative.

«Ho coltivato la passione per la formazione e la scrittura attraverso i miei studi e le eterogenee esperienze di lavoro vissute, fino ad approdare a Formamentis. Dove, dopo una stimolante e straordinaria esperienza come Responsabile della Progettazione, oggi affronto una nuova sfida», racconta Immacolata Stizzo.

Gli obiettivi che accompagnano la dottoressa Stizzo, nel suo percorso da formatrice e progettista di percorsi formativi, tendono a far conciliare i fabbisogni del mercato con il miglioramento della propria offerta formativa nell’ottica di un miglioramento del business.

Come riconquistare le aule di formazione per Immacolata Stizzo

«Nel mio lavoro cerco costantemente di scoprire come riconciliare queste forti tendenze. Spesso sembrano separate e inconciliabili, ma il mio motto è never give up!», afferma sorridente. Per la direttrice del Centro Studi Formazione e Lavoro un primo punto importante da affrontare è quello di riconquistare le aule di formazione, soprattutto dal punto di vista emotivo:

«L’azione formativa spesso viene definita con “rigore”, “metodo”, “impegno”, e tanti altri begli appellativi», racconta, «a cui aggiungerei un altro aspetto importante e oggi come non mai rilevante, e cioè il coinvolgimento emotivo. Come suggerisce lo psicanalista Massimo Recalcati, il quale racconta l’erotismo dell’apprendimento dando valore a questo concetto, la formazione deve essere emozionante ed appassionante.

Oggi, anche in tema di leadership, stanno tornando ad avere importanza tutti gli aspetti più “umani” della formazione che è importante si accentuino, come il supporto psicologico, l’empatia e il coinvolgimento emotivo. Soprattutto in questo momento in cui nessuno crede più nella formazione e nel valore dell’istruzione, è necessario riconquistare le aule, soprattutto emotivamente».

Immacolata Stizzo e il valore della sinergia per la formazione del futuro

Un secondo punto fondamentale per la formazione è il valore della sinergia. Soprattutto in questi ultimi tempi si è molto parlato dell’importanza della collaborazione, si sono riscoperti i principi della solidarietà e di altri valori, che non possono mancare se si vuole che le trasformazioni che stanno interessando ogni ambito della vita siano indirizzate per il meglio.

«Anche nel mondo della formazione è importante avere uno sguardo e un approccio sistemico, è necessario che si parli in termini di ecosistema e che si contempli e agevoli la triangolazione dei punti di vista di tutti gli attori», afferma la dottoressa Stizzo.

«Non è affatto semplice accordare le richieste e le esigenze delle aziende, con quelle dei lavoratori, ad esempio. Ma gli enti devono essere bravi a favorire la triangolazione e a far convergere le energie, le competenze, e i punti di vista di tutti gli attori. In questo momento, soprattutto, il quadro è composto da molte forze disgreganti, ognuno va da sé, ed è difficile racchiudere tutte le energie in una sola visione. Ma necessario».

Ma è pronta la formazione a tenere le redini per il futuro che ci aspetta?

«La questione è come vogliamo fare formazione. Qual è l’oggetto della formazione del domani? Credo sia importante per il futuro il tema del design della formazione. Tutto oggi è accelerato e, di conseguenza, tutto diventa obsoleto sempre più velocemente.

Rispetto a questo, però, c’è da chiedersi anche: quanto noi agenzie formative abbiamo imparato ad anticipare e a leggere i trend? Quanto sappiamo leggere i segnali deboli? Quanto siamo bravi a capire come fare la formazione su quello che ancora non conosciamo? Ad anticipare, quindi, il non conosciuto, e a strutturare programmi su innovazioni di cui ancora non abbiamo percezione? Rispetto a tutto ciò rimane aperta la questione su quali sistemi, modelli e strategie adotteremo».

La dottoressa Stizzo, al fine di scrutare gli orizzonti e il futuro della formazione, introduce tante domande ma propone con determinazione anche risposte creative e originali.

Stizzo - formazione - futuro
Stizzo – La formazione del futuro

La proposta di nuovi modelli per la formazione

Per stimolare, infatti, i processi di innovazione in materia formativa la direttrice di Centro Studi e Formazione propone di utilizzare alcuni modelli, già esistenti e funzionanti in altri mondi lavorativi, nell’ambito della formazione:

«Una prima risposta è: trasliamo! Ad esempio, prendiamo alcuni modelli ben funzionanti dal mondo dell’innovazione e del business e portiamoli nel nostro. Utilizziamoli al fine di far convergere velocemente i bisogni e i punti di vista di tutti gli attori!».

Ancora: «La creazione di tavoli facilitanti e di confronto rappresentano un altro metodo agile per cercare di accelerare i processi di generazione delle idee. Perché non trasferire quei modelli, che si usano e funzionano per il business, anche nel mondo formativo? Come ingredienti abbiamo le competenze di tutte le parti in causa: imprese, lavoratori, operatori, agenzie del lavoro.

Direi: Formiamo dei tavoli e utilizziamo quei modelli già esistenti e funzionanti in quei mondi. Caliamo quei modelli nel nostro contesto, per creare, dal confronto con tutti, strade e strumenti cantierabili».

Le tre problematiche sul fabbisogno della formazione delle imprese

La direttrice Stizzo non solo ha un’energia positiva e vulcanica, ma anche una vision strutturata rispetto alle problematiche presenti e da risolvere nel mondo formativo. Alla domanda sulle problematiche più evidenti che emergono nel momento in cui si analizzano i fabbisogni delle imprese, risponde:

«Credo che ci sono tre tipi di problematiche.

  • La prima è di tipo strutturale, ed è il tempo. L’azienda non ha mai tempo per fare niente, pretende il miracolo assoluto. Insomma, vorrebbe delle soluzioni pronte e immediate.
  • La seconda problematica è di tipo culturale. Quando ci sono dei problemi che non riguardano le competenze tecniche, ma sono legate ai modelli di leadership, o al modo di essere imprenditore e manager, è difficile far accettare all’azienda che il problema è l’imprenditore stesso.
  • Il terzo problema, che è in un certo qual modo legato al primo, è che l’azienda vuole un risultato immediato e, soprattutto, quantificato. L’imprenditore non ha tempo per fare formazione, e in qualche modo vuole che il risultato sia dimostrabile e tangibile. Quando il problema riscontrato è di tipo culturale, e richiede dunque un percorso e diverse tappe, non è sempre facile riuscire a spiegare che ci vuole tempo e sedimentazione».

Il problema degli avvisi e dei bandi secondo Immacolata Stizzo

Altra tematica importante per chi si occupa di formazione finanziata è ragionare su rendere gli avvisi e i bandi meno standardizzati. Per la dottoressa Stizzo, infatti, in alcuni casi si rischia di limitare l’efficacia degli interventi formativi:

«Molti interventi dovrebbero essere fatti sulla singola persona. In alcuni casi bisognerebbe scomporre il gruppo e differenziare le tematiche, nonché fare un lavoro certosino sulla singola risorsa. L’avviso, di contro, in alcuni casi si pone più dal punto di vista delle imprese e del gruppo.

Per intervenire su problemi delicati, invece, bisogna andare ad analizzare il fabbisogno e le specifiche situazioni. Questo non viene facilitato quando in un piano formativo che risponde ad un avviso si deve pensare a “standardizzare” ed “efficientare” il tipo di intervento che si vuole adottare con una serie di limiti strutturali che ne vanno a ridurre la portata».

Tuttavia, non manca una lettura in chiave positiva e propositiva da parte della Direttrice del Centro Studi e Formazione, che afferma: «Direi che l’avviso dovrebbe far sì che le regole dei fondi e della formazione finanziata sposino meglio i trend di sviluppo della formazione.

Dando in questo modo, quindi, sia la possibilità di articolare in modo blended e senza troppe limitazioni la formazione, e sia la possibilità di analizzare la formazione “customizzata”, fatta con le pillole formative o attraverso forme informali di apprendimenti, come la comunità, o modalità più innovative, che stiano a misurare non il tempo, ma il risultato e la qualità della formazione».

L’intervento di Immacolata Stizzo – Direttore del Centro Studi Formazione – del 18 marzo in: Apprendimenti Futuri

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