L’intervista a Tiziana Cercone. Confronto su formazione, futuro e giovani

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Apprendimenti Futuri Cercone, la formazione del futuro per i giovani e gli ITS


Tratto da Speciale Inserto Digitale e Formazione
Techne – Progettare il Futuro
A cura di Roberta Bruno e Ugo Calvaruso
da Il Quotidiano del Sud

Come Tiziana Cercone immagina la formazione per il futuro dei giovani?

L’intervista a Tiziana Cercone, Responsabile dell’Area Ricerca e Innovazione e del coordinamento della rete nazionale di IAL, sulla formazione per il futuro dei giovani.

Cercone formazione futuro
Tiziana Cercone e la formazione del futuro

Per l’evento “Apprendimenti Futuri. Confronto con gli Enti di Formazione”, è stata intervistata Tiziana Cercone, Responsabile dell’Area Ricerca e Innovazione e del coordinamento della rete nazionale di IAL, sulla formazione per il futuro dei giovani.

Tiziana Cercone, si esprime sulla formazione del futuro per i giovani

«Siamo immersi nel cambiamento e dobbiamo governarlo», afferma Tiziana Cercone, «augurarsi che tutto torni come prima è riduttivo. Dobbiamo invece fare in modo che questo momento tracci la discontinuità».

Un esempio è quello di ripensare i driver di sviluppo della società non solo e non più in senso economico e finanziario. Ma, sulla scia del Next Generation EU, come piani di investimento e di progettazione strategici che pongano al centro le persone. «Le persone nel loro insieme di fatica, di speranza, di tristezza, di voglia di riscatto, devono essere poste al centro di uno straordinario piano di revisione del nostro codice di comunità.

Un patto di cittadinanza si regge innanzitutto sulla consapevolezza e sull’esercizio di autonomia e della libertà delle persone». Spiega la Coordinatrice. «Tutto questo richiama la possibilità di mettere in campo conoscenze e abilità per essere cittadino, lavoratore e giovane studente, in un mondo che è completamente cambiato.

La nuova sfida per la formazione del futuro

La pandemia ha amplificato la portata di una sfida che per la formazione, intesa nell’ecosistema dell’educazione, era latente. L’impatto delle tecnologie digitali sui processi di apprendimento, con l’obiettivo di includere il maggior numero di persone, abbattendo i “divide” e superando le disuguaglianze.

È quindi necessario fare un bilancio per ridefinire le strategie formative a supporto dei cambiamenti organizzativi e dei modelli produttivi.
«Fare un bilancio è un lavoro complicato. Non abbiamo il privilegio di poterci fermare e quindi ri-orientarci in una mappa nuova; dobbiamo farlo mentre la macchina è in cammino e questo richiede un enorme impegno organizzativo e gestionale, nonché strategico.

Lo smart working, ad esempio, ha inciso sugli aspetti organizzativi della prestazione ma anche sulla riconsiderazione dei suoi elementi qualitativi, in termini di obiettivi e risultati, e sull’approccio alla nozione stessa del tempo. Sarà inevitabile interrogarsi quindi sulle implicazioni – anche culturali – per il modello produttivo».

La transizione verso il futuro fatto per i giovani

Una transizione a tutto tondo che può essere affrontata se accanto alle risorse economiche si mobiliteranno le intelligenze, le energie e le competenze delle persone. La formazione gioca, perciò, un ruolo fondamentale.

«Il sistema formativo deve avere dialogo, paritetico ma anche stimolante, con le imprese; dovrà contribuire in una logica previsionale all’evoluzione interna ai settori e all’analisi del fabbisogno di competenze.

Risposte adattative o di breve periodo non sono all’altezza della sfida che abbiamo di fronte. Necessitiamo di ri-orientamento dei modelli di business all’insegna di un modello di crescita e di sviluppo più complesso, in cui le interdipendenze si fanno più marcate e la promozione del benessere delle persone e della coesione sociale è il banco di prova di tutte le policy.

Parlare di Industria 4.0 senza ragionare contestualmente di Lavoro 4.0, significa ridurre una complessa strategia di innovazione ad un mero intervento fatto di tecnologie e capitali. La spinta finanziaria può durare 3 o 4 anni, ma senza la capacità delle persone di tradurre la spinta in un progetto di sviluppo sostenibile non può andare oltre».

L’amicizia sociale come chiave della politica

Una piccola grande lezione di discontinuità potrebbe essere data dal superamento di un approccio esecutivo-adempitivo da parte delle politiche pubbliche. Al fine di costruire una maggiore “amicizia sociale”. Per cui l’idea di cura e di prossimità dovranno essere le cifre della politica.

«Siamo stati tutti figli di certe politiche pubbliche che consideravano le “buone pratiche” qualcosa che si potesse esportare o consegnare come un delivery. Invece non possiamo essere tutti sempre ugualmente e positivamente contaminati da modelli e da esperienze di altri luoghi.

Si deve ripensare la logica comparativa e la logica del benchmark, aprendoci all’idea degli asset dormienti dei territori. I quali devono poter emergere attraverso processi di attenzione e di cura come atteggiamento politico, razionale e non meramente emozionale».

Cercone - Formazione- futuro - giovani
Tiziana Cercone – La Formazione del futuro e i giovani

Competenze, la nuova forma di tutela per il lavoratore

Secondo la coordinatrice della rete Ial rafforzare le competenze dei lavoratoriè oggi la nuova tutela del lavoro e la più ampia forma di promozione per il lavoratore.

«Dobbiamo ricostruire il nostro sistema di workfare guardando a dispositivi di garanzia che valgono non solo per gli inclusi ma per quanti sono coinvolti dalle discontinuità e dalle transizioni in un mercato “instabile” che determina elevati rischi di inattività.

Quindi bisogna dotare ciascun cittadino, soprattutto le fasce deboli, di strumenti di garanzia. Tali strumenti sono le competenze». Quello delle competenze è un tema che fa fatica ad uscire dal dibattito tra i soli “addetti ai lavori”. Mentre dovrebbe diventare centrale nel confronto su una rinnovata politica del lavoro.

«Le organizzazioni sindacali, nella loro autonomia contrattuale, possono dare segni concreti. Ripensando contenuti e assetti degli inquadramenti per riconnettere i contenuti del lavoro agli assetti organizzativi e produttivi esistenti e evolutivamente a quelli immaginabili in un futuro prossimo.

Le “collaborazioni autentiche” sono fondamentali per la Dottoressa Cercone. Grazie a queste è possibile infatti dare riconoscimento al ruolo e alla dignità di ogni nodo della rete sociale.

Dare sostegno all’istruzione significa aiutare i giovani e i loro sogni

Nel campo dell’istruzione e formazione, il Ministro Bianchi ha di fronte la possibilità di ricomporre entro un quadro rinnovato e moderno l’articolazione plurale del sistema educativo nazionale. I cui attori dovrebbero avere pari dignità e legittimazione per  accogliere i ragazzi con il loro desiderio di realizzazione, che spesso si concretizza in un impegno professionale».

Dare sostegno alla formazione significa aiutare non tanto gli enti professionali, ma i ragazzi che scelgono che ne sono alle spalle e che sognano l’affermazione professionale. «Ogni giorno, nei centri di formazione della rete IAL, viviamo sogni di speranza. Come quello di fare la parrucchiera, il cuoco o il meccanico.

Non esiste un giovane che non sia un sogno. La formazione professionale molto spesso è un’esperienza di riconciliazione dei giovani con se stessi]]], con la propria fragilità e con i propri sogni, con il proprio progetto di vita».

Per Cercone la formazione del futuro mette insieme motivazione ed empatia

In questo processo è comprensibile il duplice ruolo che la formazione ha nel fare fiorire nell’individuo la persona, con quell’autonomia e consapevolezza che contribuiscono all’idea di comunità. «Il formatore è un facilitatore dei processi di crescita, accompagna. Ed è tanto più bravo quanto più si fa indietro rispetto al suo allievo.

Non ci sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere, ed è questo che abilita alla cittadinanza e all’essere cittadino, al sentirsi parte di una comunità sorretta dalla reciproca responsabilità».

Motivazione ed empatia sono dimensioni straordinarie dell’apprendimento e della partecipazione e come tali sono elementi pedagogici fondamentali di una formazione professionale che ha superato il modello addestrativo e funzionalista del passato, riqualificando in tal senso il suo dialogo con tutte le espressioni del lavoro, dell’impresa e della società civile del territorio.

Guarda l’intervento di Marchi sulla formazione del futuro del 25 marzo in Apprendimenti Futuri

Tiziana Cercone – La formazione per il futuro dei giovani

Curiosità: chi è Tiziana Cercone?

Laureata alla Luiss Guido Carli di Roma, è stata per molti anni un quadro della CISL Nazionale nelle aree organizzative, della formazione sindacale, del mercato del lavoro, della scuola e della formazione.

Dal 2010 opera presso lo IAL Nazionale, l’impresa sociale promossa dal CISL, con il ruolo di Responsabile dell’Area Ricerca e Innovazione e del coordinamento della rete nazionale.

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