Adriano Giannola – I Martedì di S3.Studium: Le asimmetriche prospettive della ripresa

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Adriano Giannola è intervenuto durante il ciclo di webinar “I Martedì di S3.Studium – Cambiamento Sociale e Organizzativo“, tenutosi tra aprile e luglio 2020. Adriano Giannola, Presidente Svimez e Professore ordinario di Economia presso la Federico II, ha discusso il tema “Le asimmetriche prospettive della ripresa“.

Il Presidente dello Svimez Adriano Giannola è intervenuto in I Martedì di S3.Studium, su Le asimmetriche prospettive della ripresa, ed ha approfondito i dati e le dinamiche sul divario tra Nord e Sud. Sintetizziamo il suo intervento.
Adriano Giannola - Martedì di S3.Studium

Adriano Giannola, Presidente Svimez e Professore ordinario di Economia presso la Federico II, I Martedì di S3.Studium

Le asimmetriche prospettive della ripresa

Per il Presidente dello Svimez, Adriano Giannola, vi sono prospettive asimmetriche per la ripresa, molte delle quali spesso guardano al divario tra Nord e Sud con un certo strabismo.

Nel primo capitolo del rapporto SVIMEZ 2020 è stato definito un doppio divario. Da molto tempo, infatti, è il Nord la debolezza del paese per la ripresa.

«Lo studio Galasso diceva che l’Italia è affetta da grande strabismo, ovvero rispetto alla ripresa si guarda alla relazione e al divario Nord-Sud. Ma non si guarda invece al divario divide l’Italia dal resto d’Europa», afferma Adriano Giannola.

«Il Nord sta andando fuori gioco da circa dieci anni. E questo lo SVIMEZ l’ha sempre sostenuto e documentato. Gli italiani sono i primi a curare questa questione e, pertanto, non ci sono grandi prospettive per uscire da questa vicenda tra ripresa e divario che ci trasciniamo dagli anni duemila», spiega Adriano Giannola.

Non esiste più il divario Nord-Sud

Ai fini della ripresa economica, secondo il Presidente Svimez Adriano Giannola, non esiste più il divario tra Nord Sud, ma bisogna guardare al nuovo divario che divide l’Italia dall’Unione Europea.

Nel 1992 ci fu la prima crisi finanziaria che costrinse l’Italia ad uscire dal sistema monetario europeo. In quello stesso anno l’Italia eliminò l’intervento straordinario per il Mezzogiorno, che venne ripresa solo in qualche debole forma nel 1998.

«L’azione di intervento straordinario per il Mezzogiorno venne ripresa solo dopo che fu distrutto il sistema bancario Meridionale e, quindi, anche le imprese del Mezzogiorno. Da allora il tema sul divario Nord-Sud non è più esistito realmente, e neanche formalmente», afferma il Presidente dello Svimez Adriano Giannola.

«Nei fatti il Sud è stato sempre considerato un peso rispetto alle locomotive del Nord. Ma in ogni caso, più che guardare al divario Nord-Sud, bisogna iniziare a stare nell’ottica di un confronto tra l’Italia e l’Unione Europea», spiega Adriano Giannola.

Anzi, precisa Adriano Giannola, «più che guardare al rapporto-divario tra l’Italia e l’Unione Europea la relazione-divario da indagare è tra il Nord Italia e l’Unione Europea». Lì si concentra il divario e la crisi profonda del sistema.

 

 

Divario e ripresa: il Nord non può uscire da solo dalla crisi

Secondo il Presidente dello Svimez Adriano Giannola il Nord non può uscire da solo dalla crisi. L’esigenza di ripresa del paese superano infatti le prospettive di crescita del solo Nord.

«Il paese ha bisogno di crescere all’1 o al 2%», afferma Adriano Giannola nel suo intervento, Le asimmetriche prospettive della ripresa, in I Martedì di S3.Studium. «L’Italia è un paese anomalo in questo, da oltre ben trent’anni rispetto a gli altri paesi europei». Questo, secondo Adriano Giannola è perché l’Italia per crescere ha bisogno di un secondo motore che va riattivato.

«Il Mezzogiorno rappresenta il secondo motore dell’Italia che va riattivato. Il Sud è stato fondamentale per il cosiddetto miracolo economico italiano. Le politiche di industrializzazione furono inaugurate nel 1957, quando fu firmato il trattato per il mercato comune, in cui c’era un paragrafo dedicato al Mezzogiorno e scritto da La Malfa. Oggi bisogna entra nella logica di usare le risorse potenziali e le opportunità enormi per la ripresa, che non sono sfruttate», afferma Adriano Giannola.

«L’opzione Mediterranea significa che, dato che per il Mediterraneo passano il 30-40% traffici mondiali, abbiamo un’enorme rendita di posizione, che non sfruttiamo. Bisogna recuperare i porti, i retro porti, le ferrovie, ecc. Ci sono degli strumenti come quello della zona economica speciale che è stato lo strumento cardine della Polonia per svilupparsi. Ne potremmo avere 12 e, nonostante ne abbiamo istituite solo quattro, quelle che abbiamo costruito non funzionano», spiega il Professore Adriano Giannola.

In Italia abbiamo solo 4 zone economiche speciali. Queste 4 aree sono: Bari, Napoli, Gioia Tauro e Taranto. «Un quadrilatero che contiene 12 milioni di persone e che ha il fior fior di Università, di Centri di Ricerca, Interpool, Porti, Aeroporti e, quindi, deve mettersi in moto con alleanze e interessi. Questo dovrebbe interessare moltissimo a città come Milano, Torino e Venezia.  Inevece, le politiche estrattive sono un suicidio», conclude il presidente dello Svimez Adriano Giannola.

 

Chi è Adriano Giannola

Nato a Fano (PU) nel 1943. Si è laureato in economia con specializzazione presso il Centro Manlio Rossi Doria di Portici. Oggi Adriano Giannola è il Presidente Emerito dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Teatro Stabile di Napoli, Presidente della fondazione di Comunità Centro Storico di Napoli e Professore di Economia Bancaria all’Università Federico II di Napoli dal 1980.

Ha svolto attività di studio e di ricerca con il supporto della Ford Foundation e del FORMEZ presso le Università di Harvard ed MIT Mass. e presso l’ Università di Cambridge U.K.

Adriano Giannola è Consigliere di amministrazione dell’ANIMI, dell’Associazione fra le Casse di Risparmio italiane, e dell’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. È inoltre membro della Commissione Cultura – sezione italiana dell’UNESCO. Nel 2006 è entrato nel Consiglio di amministrazione dello SVIMEZ, dal 2010 ne è il Presidente.

Guarda le pillole di I Martedì di S3.Studium: La socializzazione nella relazionalità

 

I Martedì di S.3Studium

 

I Martedì di S3.Studium sono un ciclo di webinar sul cambiamento nati, durante un periodo particolare della nostra storia moderna che ha visto l’imporsi dello smart working, per riflettere su una serie di elementi macro, organizzativi e personali che caratterizzano il forte  Cambiamento Sociale e Organizzativo a cui siamo sottoposti.

 

 

Partecipazione e proposte

In questo primo ciclo di webinar sul cambiamento, proposto dalla S3.Studium, sono intervenuti docenti universitari, professionisti, manager, politici ed esperti di differenti settori che – insieme a voi – hanno ragionato sugli argomenti sopracitati, osservandoli da diverse angolazioni. Hanno presenziato oltre 500 partecipanti di cui circa 80 presenze costanti e 40 variabili a seconda degli argomenti. Sono intervenuti, oltre ai 17 relatori, 40 discussant che, con le loro idee, hanno arricchito le tesi iniziali dei relatori con spunti originali sempre di notevole interesse.

 

L’accelerazione che ha subito il cambiamento, sotto la spinta del Covid 19, ci ha indotto a focalizzare l’attenzione sulle principali criticità e, insieme, abbiamo immaginato soluzioni concrete che possono ora diventare proposte interessanti da presentare agli stakeholder in un momento estremamente propizio quale quello attuale.

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